sabato 31 marzo 2007

SUBDOLA non MENTE

Sinceramente a me splinder un po’ mi inquieta. Mi sono registrata per commentare in giro senza lo stigma dell’anonimato e soprattutto perché –come soliamo dire io e i più colti tra gli abitanti della città eterna- me pesava er culo a firmarmi ogni volta. Splinder è molto più complicato di quanto pensassi, ed è un sistema di delazioni, ciò che fai è pubblico. Ma sto divagando, in realtà ho iniziato da splinder perché lì il mio nome è subdolamente, emme non mi è stato concesso, ed è lì che sono iniziati i nostri conflitti.. non è proprio bello presentarsi dalla gente come un subdolo ragnetto, come dovessi tessere chissà che tele e intrappolare.
Da questa considerazione e da offensivi commenti raccolti nei commenti nasce questo post, dall’esigenza di chiarire il mio titolo, orgogliosa rivendicazione di un’ ingiuria.
Eddunque.
Serata tra amici, a occhio e croce due anni fa, si tira fuori un libro di giochini pissicologici, io che ho studiato potrei dire test proiettivi ma non lo dico, è un gioco nulla più, vale una partita a trivial. non posso che partecipare, sono anche carini, ci si diverte. Ne arriva uno che dice più o meno: in questo posto (un albergo mi pare) incontri una persona, ma ha qualcosa che non ti convince, cosa?... mi pare una persona troppo gentile, di una cortesia che sembra falsa. Dico qualcosa del genere, uno subito (lui sì subdolo chè il test già lo conosceva) mi incalza: un po’ subdola? ... Sì ecco, subdola. Inutile aggiungere che questa persona rappresentava in realtà se stessi.
Da allora “zitta tu che sei subdola” è diventato modo comune di rispondermi, a sostegno dell’ipotesi viene anche la mia riconosciuta capacità di mantenere i segreti, e i miei frequenti silenzi che danno adito a infinite supposizioni sui miei reali pensieri.
Da allora, contenta di avere un nomignolo al punto di portarmelo anche qui, ho ripensato più volte a quella risposta, sorpresa di quanto fosse vera. È vero che sorrido a chiunque, cordiale ai limiti della denuncia. È vero che fingo, ma se non sono sincera è solo per paura di sbagliare. È vero che ho un secondo fine, sempre, tutto quello che faccio è per sentirmi dire va bene emme, vai bene, non preoccuparti, ti voglio bene. Mi piacerebbe essere in grado di vivere senza sentire tanto il bisogno dell’altrui approvazione, sarei meno subdola. Ma son come sono.

giovedì 29 marzo 2007

passo passo

Attraverso il centro di roma, sul tardi, la metro è già chiusa, potrei allungare e andare a prendere un autobus, ma in fondo con questa pioggia chi me lo fa fare.. meglio andare a piedi. E così torno a casa a piedi attraversando il centro di roma sotto una pioggia leggera, il cappuccio in testa, la musica nelle orecchie, sciarpa rossa intorno al collo.
E camminando i pensieri si sciolgono, il passo si scioglie, si fa più dolce. Anche la musica si fa più dolce, e la testa più leggera. Camminerei per ore per i vicoli di roma, stasera sui sampietrini bagnati luccica la luce gialla dei lampioni, è buio e passa poca gente. Respiro con tutti i polmoni, l’aria fresca e qualche goccia sul viso, cammino e mi sento bene.
Camminerei ancora per ore.. ecco una cosa che so fare, una di quelle che si imparano da piccoli e si fanno senza fatica, una gamba e poi l’altra, destra sinistra destra sinistra.. ma mica è facile imparare a camminare. Il fatto di saperlo fare stasera mi riempie di gioia, quasi saltello, se ho imparato questo posso imparare qualsiasi cosa, in fondo l’uomo non sa far altro che imparare. Tutto si impara, forse anch’io posso, forse perfino vivere serena può diventare facile con un po’ di allenamento, un passo dopo l’altro, con andatura morbida, destra sinistra destra sinistra… oh, eccomi a casa.

martedì 27 marzo 2007

istinto di corservazione sotto vuoto

e un giorno Guido si ritrovò chiuso in un barattolo. non ricordava di esserci entrato eppure era lì. esplorò il vetro con le mani, era vetro, girava in tondo, freddo e liscio, e deformava la vista di tutto ciò che era intorno. lui certo non era mai stato un uomo d'azione ma ora qualcosa doveva fare, non poteva certo restare chiuso lì. così cominciò a prendere a spallate il vetro con tutte le sue forze, non si ruppe ovviamente, ma ballava tanto che a un certo punto cadde su un fianco e cominciò a rotolare. rotolò fino a sbattere forte contro un muro, ma non si ruppe. dentro Guido invece sì che era tutto rotto, ma si rialzò ed avanzò dolorante verso il tappo, ci si appoggiò con tutto il suo peso cercando di farlo girare. la spalla gli faceva male, anche la schiena, e le mani gli bruciavano, ma a un certo punto un "cloc" e il tappo scattò e si staccò dal vetro e cadde giù facendo un gran rumore. saltò fuori e si accorse che anche la gamba destra gli faceva male, ma era libero. e non sapeva dov'era, ma era libero.

venerdì 23 marzo 2007

emme come meandri


















complici i tempi difficili e la sindrome premestruale, sono stata qualche giorno nei meandri più oscuri della mia psiche, ma eccomi riemergere più forte e più bella che pria. mi porto dietro alcune visioni, un leopardo e una pantera, molte scarpe e un libro per uccidere, mobili rubati, un marmo da scolpire. la sensazione di doversi fermare, la consapevolezza di saper ripartire.
certo non saranno comprensibili ai miei lontani lettori queste frasi, in gran parte non lo sono neanche a me, d'altra parte erano meandri oscuri e l'ho premesso. e mai ho promesso la chiarezza, nè ho desiderato farmi capire. che sono subdola l'ho dichiarato anche se non spiegato, e così mi racconto, falsa e ambigua con molta sincerità. oggi con allegria, ma sempre con confusione, chè me l'ha detto anche l'oroscopo che è un periodo confuso - e meno male che me l'ha detto che io proprio non lo sospettavo..-. sempre senza farmi capire, chè la comunicazione non è arte mia.

mercoledì 21 marzo 2007

è già mercoledì. e io no.

è già mercoledì e io no era il titolo di un libro di bergonzoni, che non ho letto ma mi è sempre rimasto in testa. in questa testa che è sempre vissuta nel ritardo, sempre da quando ha saputo che c'era un tempo fuori, un tempo reale, da quando tentavano di svegliarmi per portarmi al nido. ed eccoci ad un altro mercoledì, l'ennesimo che non avevo previsto. e arriva la primavera, e fa freddo. anche il clima è sbagliato in quest'anno di merda. e scrivo sul mio blog (perchè ho un blog?) e non ho niente da dire. ho troppe cose da dire, che non voglio, non so dire. c'è tanto poco senso che mi viene da ridere, finalmente. la verità non ha senso se è profonda, si contraddice e fa ridere quando è vera.

lunedì 19 marzo 2007

ho fatto un sogno

al risveglio i sogni sfumano, lasciano qualche immagine e sensazioni. le più varie.. paura, piacere, perplessità.
ricordo una volta un’inquietudine mista a soddisfazione mentre svegliandomi pensavo “cazzo, ma l’ha girato Kubrick sto sogno?”.
qualche giorno fa ho sognato che si era creato un grosso dibattito politico, una classica infinita polemica italiana era stata scatenata questa volta dall’ uscita di un libro dal titolo “Venticinque modi per uccidere Bruno Vespa”. ora io non ho la più pallida idea di come possa essermi venuto in mente, però quella volta uscendo dal sonno volevo solo stringermi la mano.

giovedì 15 marzo 2007

CAMBIO OBIETTIVO

(che col grandangolo si vede troppo)

da domani la mia vita cambierà!
com'è che sento ridere in fondo alla sala? no davvero, ora ho capito e ho un obiettivo. tanta etica, tanta introspezione, tanto perfezionismo dove mi hanno portato? e invece VOGLIO DIVENTARE UNA PERSONA STUPIDA ED EFFICIENTE. da domani questo sara il mio unico obiettivo.

domenica 11 marzo 2007

ristrutturazioni














per dipingere le pareti spoglie di una nuova casa cerchiamo in quel territorio del colore dove il giallo non è ancora arancione. aggiungiamo aggettivi ma ci capiamo solo con esempi.
per tante cose mancano le parole.. per un'infinità le parole non sono sufficienti. appoggi un'emozione sulla carta e la vedi morire, segni abbandonati che fanno piangere, fermi e inutili.
reinvento spazi imprigionati nella loro non-realtà, splendidi e possibili, infiniti. non potendo rallentare mi schianto in quel luogo in cui tutto è possibile e niente è. in quel territorio del colore dove il giallo non è ancora arancione.

giovedì 8 marzo 2007

emme come 'mbronciata

breve post per informare il paese che mi girano i coglioni.
non che sia successo nulla di che, solo che c'è davvero un sovraffollamento di gente inutile nel mondo. mi conforta l'imminente estinzione.
a proposito di estinzione avevo capito che quest'anno le mimose erano fiorite e sfiorite troppo presto, eppure son là, immarcescibili, le hanno congelate?

martedì 6 marzo 2007

stage

facevo compagnia a mio padre che pranzava, e si parlava del più e del meno.
non ricordo bene, si parlava di andreotti (male), di mio fratello (peggio), poi di questioni di domestica organizzazione quando mi dice:
no perchè poi sabato la mamma ha anche lo stage di pizzica
-che cos'ha?!
uno stage di pizzica
-che cos'è uno stage di pizzica?
non lo so, che ci vuoi fare.. io gliel'ho detto di non chiamarlo così che è ridicolo... dice che è uno stage di pizzica e saltarello.
-sei sicuro che non è un workshop?
può essere, cos'è un workshop?
-ah non so, ma si paga sta cosa?
che ti devo dire.. speriamo di no.
-uno stage di pizzica.
così ha detto. uno stage di pizzica e saltarello.

lunedì 5 marzo 2007

giorni

cade un giorno. poi un altro giorno, e un altro. cadono.
si ritrovano -mi chiedo- da qualche parte? si conoscono? si parlano? o si ammonticchiano inanimati uno sull'altro?
mi sento un assassina di giorni, dal fondo di un'immensa fossa comune mi guardano muti dicendo "ci hai sprecati".

venerdì 2 marzo 2007

ma perchè?

siccome che i guai non vengono mai da soli, sono stata invitata a un matrimonio. domenica.
ora, vige la regola che ai matrimoni ci si traveste da persone eleganti, cosissia, non sarò certo io a tirarmi indietro.
ieri guardo il mio guardaroba, anche lui mi guarda, sarcastico, risentita gli agito l'indice contro "ti farò vedere, ah se ti farò vedere! domani vado a fare shopping!".
e così stamane pronta e combattiva me ne esco.
i venditori di vestiti hanno deciso che è primavera, quasi estate. un trionfo di magliettine, giacchette di cotone, canottiere addirittura! e tanti tanti vestitini di maglina, che obiettivamente gli fanno i fianchi larghi già ai manichini..
e niente torno a casa dopo tre ore coi piedi doloranti e neanche un acquisto. ho fallito e non so se saprò sostenere quello sguardo che ho osato sfidare, potranno i miei maglioni impallinati perdonarmi?
pensavo che in fondo ho quella gonna blu che non vale niente ma non lo dà a vedere, pensavo che accetterò una delle giacche di mia madre (che oggi mi ha detto, con una punta di indignazione: "guarda che a una cerimonia non importa se hai freddo!" passano una vita a dirti di coprirti e poi ti incitano ad andare in giro col completo estivo il 4 di marzo in nome dell'estetica..) ma soprattutto pensavo a questa gente che ce l'ha tanto con i pacs.. ma perchè?