mercoledì 31 ottobre 2007

'round midnight

ho un paio di mezzi post nelle bozze, quattro o cinque appunti su carta, altrettante idee in testa. niente finisce qua sopra. sciopero delle parole si diceva.. boh. ma a qualcuno frega qualcosa di quello che scrivo? perchè a me, dovessi dire sinceramente, non molto. oggi torna a bussare la malinconia ben addomesticata nelle ultime notti, ora è stanca di stare in un angolo. oggi sonno isterico, ore sprecate a tradire progetti, a smontare idee, voglia di cioccolata. oggi serata "ci sentiamo domani", serata passata a cambiare cd, chè nessuna musica va bene, serata passata a riscrivere frasi che non funzionano senza riuscire a smettere di infierire sulla tastiera. per dire cosa poi? non ho nulla da dire. mi lagno anche quando sono contenta, questo è grave. vorrei saper dire battendo le dita su altri tasti, così, senza stancarsi a inseguire parole che non servono.

domenica 28 ottobre 2007

parlo troppo poco

perchè non rispondi?
non lo so, se potessi direi.
pensieri che sono nati senza parole, immersi in un latte, indistinguibili. sembra non vogliano uscire, invece semplicemente non ci sono, le parole. oggi me le rigiro sulla lingua, le lascerei rotolare per dormire ancora, ma pizzicano, tornano, litigano per essere scelte. nessuna è abbastanza vera. niente è mai abbastanza. allora silenzi, ancora, sempre.
le parole le trovo solo quando sono da sola.
perchè non parli?
non lo so, se potessi risponderei.
mille facce, tutte vere. sarebbe più facile dire mentendo, sarebbe più facile restare coerenti. invece è vero il blu ed è vero l'arancio, e il rosso. sono grigio, verde, giallo, viola. non è per cattiveria, sapessi scegliere lo direi qual è il mio colore preferito, spiegherei chi sono. ma sono mille bugie, tutte sincere. nessun colore e tutti i colori, sono bianca e sono nera.
sono destabilizzante.
non vi appoggiate, per carità.

e neanche questo è vero, le parole finiscono sempre per tradire la verità. le stelle danzano, non serve altro.
silenzio.














V. Van Gogh, La notte stellata

martedì 23 ottobre 2007

dei rumori molesti

sgraziato vociare di gioventù sotto le mie finestre.
"l'adolescenza è una malattia che il tempo può guarire" diceva il buon Winnicott. "che si curino in appositi ricoveri lontani dalla società!" aggiungerei io.

chiedo scusa, ma talvolta la tolleranza è impresa faticosa.
volevo scrivere il miglior pezzo della mia carriera bloggheristica, ma non riesco a concentrarmi con questa caciara.
più probabilmente non scrivo il miglior pezzo della mia carriera bloggheristica per incapacità, ma perchè ammetterlo se si trova qualcuno da incolpare?
medito sull'utilità dei capri espiatori, sui tempi che non è giusto forzare, sugli incastri che a volte funzionano, pian piano, all'improvviso, dandosi il tempo di guarire.
medito e non scrivo.
intanto inizia un avvincente due-contro-due con un pallone in miniatura e qualcuno sostiene che una tizia, il cui nome rigorosamente bisillabico non riesco a distinguere, abbia le corna.
si aggiungono clacson, un'ambulanza in lontananza.
io vado a fare due passi.
tanto alla fin fine un post l'ho messo in piedi anche stavolta..

martedì 16 ottobre 2007

chiamatemi ingenua, ma io credo ancora nelle mezze stagioni

adoro ottobre, la luce di ottobre. e novembre, l'autunno.. gli alberi che si fanno gialli, una sciarpa che torna ad abbracciare il collo, le castagne che si lasciano arrostire per strada (che non mi sono mai piaciute ma hanno un odore assolutamente meraviglioso).
e allora tento di godermi la stagione preferita, lunghe passeggiate mi portano (quasi) ovunque io debba andare. me ne vado in giro spensierata, ma immancabilmente vestita sbagliata. un inutile maglione mi appesantisce la borsa mentre trotterelo per le vie del centro, una misera felpetta si rivela altrettanto inutile quando il sole mi lascia sola col vento in un borgo di montagna.
così oggi mi sveglio con il mal di gola (ma ben decisa ad ignorarlo) e le ossa dolenti. mi sveglio sudata sotto una coperta che puzza di naftalina, la scosto e mi rigiro nel letto, mi schiaffeggio cercando di uccidere una zanzara che mi mordicchia le mani e mi sussurra tenere frasi all'orecchio. sì, ancora campa una zanzara in camera mia, ultimo rigurgito d'estate.
convivono e si mischiano il prima e il dopo, non è più estate e non è ancora inverno, tutto incerto e perfetto.
ora, dice il luogo comune che non ci sono più le mezze stagioni. e io ho grande rispetto per i luoghi comuni, davvero, credo siano, in senso letterale, dei punti d'incontro, territori condivisi e pacifici in cui non è troppo difficile dire la propria, punti di partenza per più ardite conversazioni, per quelle vere. non bisogna crederci troppo però. tendono a fregarti i luoghi comuni, poi ti ritrovi con la febbre e neanche capisci perchè.

non ho più argomenti, è evidente.
per evitare che il blog faccia la muffa parlo del tempo, praticamente come le vecchie quando si incontrano in ascensore:
"ha rinfrescato eh?"
"non me lo dica, son tutta un dolore!"
"eh quella è l'umidità, anche mia cognata sta con la schiena bloccata"
"mio marito invece ha un raffreddore tremendo"
"è che un giorno fa caldo e un giorno fa freddo, non si sa come vestirsi"
"ah io mi vesto a strati, è la cosa migliore"
e taglio qui chè temo le signore vadano all'ultimo piano..

lunedì 8 ottobre 2007

tempo

piedi nudi infreddoliti, intorcino le gambe e mi arrotolo addosso un maglione troppo grande, un raggio di sole nei capelli ancora umidi.
vorrei solo una vita normale.

domenica 7 ottobre 2007

detto con le parole che non ho

arriva la pioggia preannunciata da fitte alla mano.
rumore su rumore, voci che vorrei picchiare, non riesco a concentrarmi. vorrei pensarle e dirle chiaramente queste sensazioni, ma la scrittura non si scioglie. allora meglio non filtrare, tanto non si può dire senza mentire.
perdo i denti in sogno, vengo accusata, aspetto il verde di un semaforo che non esiste. in sogno.
poi mi sveglio? zaffate di lucidità, solo momenti per fortuna, coltelli. sono molto coerente nella mia incostanza, puntualissima nel rimandare. trascino me stessa senza pietà, frantumi di cose inutili.
no, non l'ho ancora deciso che cosa voglio.
dimmi come mi vuoi e cambierò per piacerti, tanto a me non piacerò comunque.
sottofondo che prende il sopravvento a sprazzi, spranga le porte.
quindi ogni tanto stai peggio?
no, ogni tanto sto meglio
ah
si ride con estrema serietà. rido per non piangere, dormo per non pensare, cerco una buona scusa. pare che nessuno abbia visto in faccia l'assassino, io dov'ero? mi serve un'alibi? posso direttamente confessare. c'era un patrimonio da sprecare e non ho fallito, sì ma ora dove siamo?
una certa rabbia che si chiama invidia, una certa stanchezza che si chiama paura e un dimenarsi che non trova nome.
la pelle trasuda cemento, sostanza melmosa che si condensa, m'imprigiona. immutabile.
e non mi sembra giusto, ma un po' anche sì.

venerdì 5 ottobre 2007

lascia il tuo segno nella storia

Post-puttanata a sorpresa!
[Perché gli altri sono di gran spessore, vi ricordo.](cit.)

premessa

ieri emme (io) si reca nell'oscura bottega dell'inutile nonno carica di entusiasmo (in verità vi arrivo con una discreta depressione e una notevole nausea, ma poi mi accomodo alla cassa e la vita torna a sorridere). prendo parte al misero rinfresco, distribuisco scontrini a orrendi adolescenti, saluto sorridente i vari ospiti cui il nonno grida "ma lo sai che lei è subdola?" (e qui apro parentesi per dire "certo bel nick che mi sono scelta, la prossima volta direttamente LaStronza e passa la paura..").
questo per dire dei blogger che si incontrano..
per dire che io, per esempio, quando ho aperto questo stupido blog (che quanto prima chiuderò perchè ormai mi pare in decadenza) non ci pensavo minimamente che mi avrebbe portato a conoscere delle persone, nè avrei voluto. ma poi entri in questo mondo surreale e man mano ti viene voglia di dare un volto agli "amici virtuali", poi finisce che la cosa che davvero ti resta di questa bizzarra esperienza sono i legami che si creano, i nomi che dalla lista dei contatti si travasano nella rubrica del telefono (e qui la chiudo sennò sembro la persona aperta e socievole che non sono).
questa semplice riflessione è alla base della mia adesione al BloggerTour (vedi bannerino nella colonna di destra), adesione per ora formale, che si concretizzarà nella presunta tappa romana del tour e forse ma forse addirittura in miei spostamenti verso esotici lidi.
ma (altra ragione che spiega la gioiosa subdola partecipazione)
il BloggerTour è essenzialmente iniziativa goliardica, del ben noto goliarda TheLegs, e ad essa si può e si deve partecipare anche virtualmente.. e veniamo così al

vero motivo del post

c'è una sfida in corso, amici miei, e non possiamo fallire.
(momento di suspence per drammatizzare a sproposito)
*200 commenti e TheLegs sarà glitter*
mi rivolgo a voi uomini e donne di buona volontà, non è mio costume lanciare appelli ma questa volta si tratta di una giusta causa e l'impegno che vi chiedo è minimo, un piccolo passo per voi un grande passo per l'umanità.. basta lasciare un commento a questo post e potrete dire "anch'io ho contribuito all'umiliazione di TheLegs"! che comunque son soddisfazioni no? il contenuto del commento non è importante, naturalmente potrete intervenire nel merito del BloggerTour o recensire l'ultimo libro di moccia, disquisire sull'etica kantiana, abbandonarvi al turpiloquio. scrivete anche solo una parola, una lettera, un segno di punteggiatura.. un header oscenamente luccicante ripagherà i nostri sforzi: insieme possiamo farcela!

postilla

in tema di blogger, approfitto di questo spazio.. da tempo volevo pubblicamente pubblicizzare la fatica letteraria di lb alias rosibindi, libro che ho letto e apprezzato: accattatevillo!



p.s: in questi giorni, anzi ieri per essere precisi, molti blog hanno invece aderito a una campagna seria free burma, io al solito arrivo tardi e sono anche convinta che serva a poco, ma almeno la segnalo.

martedì 2 ottobre 2007

stasi

mi sento così immobile che non riesco a stare ferma
un'azione si misura nei risultati che produce?
rivoluzioni lente,
a un certo punto la speranza comincia a puzzare di illusione,
nostalgia di cose mai avute.
frenesia, non mi rassegno alla mia non-onnipotenza.
eppur si muove, no?















vignetta di Massimo Bucchi