martedì 26 febbraio 2008

circostanze

le cose mute che ci circondano*

oggi perfetto, oggi sospeso. oggi che basta a sè, pieno di piccole cose concrete, da leggere finchè son vive. con i dubbi messi in fila ad aspettare tempi peggiori.
oggi che dura da un po', grazie a persone che non so ringraziare, e a persone che fanno sembrare stupidi i miei ringraziamenti. e va bene così, stupida e grata, stupìta nel trovare tutto qua intorno, felice di offrire vino e cous cous.
e intanto tratto con la tristezza, per separarsi senza allontanarsi troppo. serenamente di passaggio tra le stanze del circo che non abito più, lascio risuonare il mio nome, accetto che sia uno solo.
e mi accetto stupida, oggi, e aperta alle lacrime, persino davanti alla tv. brutale rannicchiarsi conclusivo, chè non c'è speranza per questo mondo, ma per noi sì.
ma mi spiace d'averlo pensato.


* l'uomo dà il massimo delle sue capacità quando acquisisce la piena coscienza delle sue circostanze. [...] camminiamo tra di esse come ciechi, lo sguardo fisso a remote imprese, proiettati verso la conquista di lontane, schematiche città.
José Ortega y Gasset, meditazioni del Chisciotte

lunedì 4 febbraio 2008

nel frattempo

nel trattempo il mio blog ha compiuto un anno.
purtroppo non è ancora abbastanza autonomo per aggiornarsi da solo (ma almeno non devo star qui tutti i giorni a cambiargli il pannolino, è già qualcosa) per cui ultimamente, in mia assenza, giace un po' inerte. un momentaneo, breve, cambio di dimora mi ha reso priva di mezzi informatici, basterà a disintossicarmi? ne dubito, tant'è vero che vado mendicando computer a destra e a manca. anime pie mi concedono l'uso dei loro sofisticatissimi portatili "così puoi aggiornare il blog!", persone che mi vogliono bene, non c'è dubbio, disposte a sedersi da una parte e lasciarmi a giocare con una tastiera sconosciuta. ma non è così semplice.. un post non viene fuori in dieci minuti, non a comando. non i miei almeno, non sono una professionista. no, scrivere per me non potrebbe mai essere una professione, nè tanto meno la considero una passione, tutt'altro. perchè scrivere per me non è nè facile nè piacevole. non-ricordo-chi la definiva una pratica igienica.. ah ecco! me lo può dire goooooogle: italo svevo! molto bene, che bella cosa internet eh? vabbè, dicevo? sì, il mio rapporto con la scrittura. ma anche chissenefrega.
dunque?
parlo di politica? no, non me la sento.
sennò potrei raccontare qualcosa. tipo che l'altro giorno un signore mi ha fermata per strada parlandomi in latino.. sennò.. è che di parlare di me non mi va. sarà il periodo, sarà che ormai mi legge troppa gente che conosce la mia faccia, non so, non mi va, non mi pare abbia senso. non che l'abbia mai avuto eh, però succedeva, ed era bello scrivere qua sopra. ora ho più voglia di chiacchierate, di scrivere lettere semmai. più ancora avrei voglia di restare in silenzio, di esibirmi in un totale, corporeo, comunicativo silenzio. e chi riesce a capire capisca, e del resto non importa.
un anno forse è una durata sufficiente.
ma tu cominci le cose solo per poi poterle mollare?
puoddarsi.
comunque, conoscendomi, anche questa interruzione avrà un'interruzione, magari basta solo che smetta di piovere. statemi bene, nel frattempo.

domenica 3 febbraio 2008

domande esistenziali

no è che stavo scrivendo una cosina allegra,
poi però mi sono intristita..
che si fa in questi casi?
e soprattutto,
perchè nessuno mi vuole bene?
e ancora,
che faccio di cena?