mercoledì 27 aprile 2011

chiodi

se il vuoto sia spazio o naufragio, mancanza o possibilità.
forse più semplicemente non è, non ha parole.
mentre mi interrogo con interrogatori serrati su voglie e volontà e sulla più banale realtà delle cose, presenti e da venire, le pareti continuano ad essere come sono, deturpate dagli anni e dalla mania espositiva degli antenati.
è che un po', onestamente, mi piacciono. vecchie, segnate, svuotate, cariche di storie e di niente, spogliate e aperte a nuove possibilità.
e mi sono ritrovata, spiazzata dal mio star bene, con un desiderio indecente di normalità di cui non so proprio che fare.
quindi nell'attesa lo appenderò a uno dei tanti chiodi rimasti là, a prender polvere, e mi farò riprendere dall'angoscia mattutina, dai dubbi, dagli scambi di persona. dai vuoti senza spazio. che è meglio.