a volte la mattina comincia morbida, in penombra, anche le risate sono sussurrate, per non svegliare i mostri che dormono e ritardare l'inizio del delirio quotidiano. il sole basso del mattino filtra a macchie ovali dalla serranda
semichiusa e ci colpisce insieme, in una casuale sintonia di colori: la
sua gonna rosa chiaro con piccoli fiori più scuri sui miei pantaloni
rosso bruciato, un incanto delicato di colori svelato appena da accenni
di luce dorata.
un'immagine così perfetta e non ho una macchina fotografica. e anche avendola non avrei mani con cui scattare: devo tenerla, sempre. le mani sono nell'inquadratura, col suo profilo e le minuscole gambe abbronzate. le sbatte, si alza, mi guarda e apre un sorriso di gioia pura, e allora penso che quasi non era in grado di muoversi quando l'ho conosciuta qualche mese fa. e penso che sì, vale la pena svegliarsi all'alba e lavorare tutta l'estate, e penso che non serve neanche la macchina fotografica: certe immagini restano negli occhi.
domenica 16 settembre 2012
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