domenica 25 gennaio 2009
quasi un letargo
adesso sarebbe ora di scrivere. mai così impossibile, mai così necessario. così nell'attesa immobile avanza il freddo, senza parole. tento di scaldarmi le gambe con mani gelate, infine mi rifugio tra le solite coperte bucate. le domande scomode rimesse nel cassetto, sotto il letto. grattano, non è vero dormire, la tregua si dilata senza farsi mai pace. finalmente scrivo, ma è tutto già detto. come possono piacere queste frasi sconnesse? eppure. ricordo l'esatto punto nel tempo e nello spazio in cui questa idea mi ha dolcemente imbarazzata, per quel dire imbarazzato e dolce e falso. è tutto già detto tranne l'essenziale. libri a metà, inizi e mai fini, perchè concludere è chiarire, definire, separare. vite a metà, sospese e abbandonate, rinunciare senza rinunciare è un mio speciale talento.
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3 commenti:
E' proprio per il motivo da te sapientemente descritto che non ho mai portato a termine la Storia di Roma nel Medioevo in dieci comodi mattoni di Gregorovius.
questo è stancanovismo, ne son certo. o quasi.
se nessuna cosa al mondo è una cosa sola, l'importante è avere qualche cosa tra le mani anche se non si sa cosa farne
(a chi va e non sa se torna)
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