mercoledì 25 giugno 2008

la precarietà della speranza

come una pellicola sull'acqua, ogni onda può infrangerla, ed è uno sforzo continuo riparare questo velo di illusioni, evitare che si squarci, riuscire a mantenerlo intatto, ma sottile abbastanza per guardarci attraverso.

lunedì 16 giugno 2008

tanto lo so chi sono, sono napoleone*

e mi sono addormentata felice stanotte, con le gambe stanche e la voglia di ballare. sì perchè ho pensato che volevo una musica in sottofondo per addormentarmi, perchè è sempre difficile dormire, perchè può succedere di tutto mentre dormi. allora ho messo un cd che avevo dimenticato, che hai fatto per me anni fa, e tutta storta e rannicchiata -come sempre- a proteggere il ventre, ho ballato, immobile. e mi son lasciata addormentare, forte e rilassata.
e ho pensato le parole che sto scrivendo ora, parole da dedicare a te.
e tu intanto scrivevi di me, lo scopro ora, e ora, come stanotte, ringrazio di aver imparato a chiedere aiuto, ringrazio di essere venuta da te per i buoni consigli, di essere riuscita a stare per una volta dall'altra parte, quella fragile, quella che chiede e scopre il ventre.
e così mi sono scoperta più forte, incapace di trattenere un sorriso.
e così ieri mi faceva solo sorridere che lui potesse rinfacciarmi che la mia "scorciatoia" ci aveva fatto solo perdere tempo quando poco prima non aveva idea di dove fossimo e sarebbe andato nella direzione opposta se fosse stato solo. e accettavo di seguirlo, visto che lui non si fidava di seguire me, di farmi accompagnare per strade che potrei insegnare a chiunque, metro per metro, perchè mi ci sono persa e ci ho perso giornate, e so che una vale l'altra. e so che posso andarci quando voglio e scegliere dove passare, e magari a te andrà di venire con me, come non succede da tanto, ti ricordi il negozio con le palline colorate? magari posso trovarne ancora di nuove.. e nella chiesa di fronte c'è un caravaggio, chissà perchè sono entrata a vederlo solo una volta, se ti va ci torniamo insieme. e farai per me un nuovo cd.

*questa non la capite, lo so, non è che siete stupidi, rassicuratevi. non vi spiego però, è una storia troppo lunga..

venerdì 13 giugno 2008

venerdìtredici

stavo pestando una pizza tornando a casa, non una merda una pizza. bah. porta fortuna? pare che certi fumettisti americani oggi non lavorassero causa venerdì 13, a quanto pare la prendono sul serio. cattiva sorte.. forse anch'io avrei fatto bene a non uscire di casa oggi. scopro solo ora del transito ostile di venere, opposto a nettuno di nascita, andrebbero letti al mattino gli oroscopi. tutte cazzate. comunque è andata, anche se continuo a non capire, cerco una definizione condivisa di parole pesanti e ininfluenti. ho ancora domande. mi fa fisicamente male il cuore, eppure sono contenta di averne uno. e mi sento la coscienza a posto.
non dovevo scriverlo questo post.

lunedì 9 giugno 2008

il mondo fa schifo e io ho bisogno di una vacanza

sto dormendo in piedi, compiti non finiti e nessuna forma di concentrazione.
"una prospettiva relazionale innovativa ed efficace.."
sì come no, applichiamo diligentemente la perfetta teoria comunicativa e tutto funzionerà. dovrei scrivere di queste cazzate, ma non ho umore da menzogna stasera. la tv in sottofondo, con delicato tempismo, mi regala l'ultimo bacio, che non solo è un film brutto, banale e saccente, ma crea in me un fastidio quasi fisico. ragioni imperscrutabili, o forse scrutabilissime ma che non ho voglia di scrutare. non ho voglia di giustificare le mie reazioni irrazionali, l'umore d'improvviso rabbuiato, l'allegria fuori luogo, la stanchezza, l'ottimismo immotivato.
magari è vero, meglio star soli. una tana inaccessibile al mondo.
vuoto o pace, dipende dai punti di vista. non ti mancano le cose che non desideri.
ma io ora ho sete.

martedì 3 giugno 2008

time out

boh.
ho sonno, tornerei a letto.

vorrei come mettere ordine..
i cambi di stagione mi mettono in agitazione, fare organizzare progettare ripensare. la solita insofferenza? anche no. la solita sensazione di ritardo, la solita voglia di rimandare. sicuramente. non ho tempo! e non ne ho perchè sono lenta, sia chiaro, non ne ho perchè lo spreco, il tempo. non ne ho mai avuto, ci ho vissuto accanto non dentro. perchè usarlo era troppo impegnativo. poi si consuma no? come il vestito bello che non si mette mai per non rovinarlo, ma anche nell'armadio si rovina, e quando ti servirebbe ci trovi un buco o non ti entra più.
che metafora del cazzo.
eh.. sarebbe stato bello nascere poeta.. morire di stenti dimeticato da tutti, fascino da eroe decadente. detesto i poeti. gli intellettuali in genere, gli artisti, i creativi. e detesto gli ignoranti. detesto quasi tutti a ben pensarci.