giovedì 21 giugno 2007

io della vita non ci ho capito un cazzo

la gente normale, categoria che magari non esiste ma che comunque se esiste non mi conta al suo interno, usa l'altra gente. e non lo dico in senso negativo, forse è quello che chiamiamo socialità, un bisogno ancestrale, ci si appoggia, con grande naturalezza, gli uni agli altri, e se funziona non è un peso nè per gli uni nè per gli altri. da soli pare non si riesca a stare. una croce di case che si chiamano piano e non sanno che è paura di restare soli nel buio, diceva una poesia di quasimodo (forse non esattamente, cito a memoria, non sono del tutto attendibile, forse neanche c'entra molto). insomma la bestia uomo, soprattutto se è in difficoltà, cerca un suo simile. la cosa ha un senso.
io invece no. appoggio vietato. mai niente da dire, le cose belle non sono mai belle abbastanza, sono il minimo dovuto, le cose brutte non ci dovrebbero essere, tenerle coperte è l'unica possibilità. è estremamente faticoso, ma non so fare in altro modo. e così in giorni come questi mi nascondo, dietro una battuta, una birra, una scusa banale. magari si capisce anche che un tarlo, o più tarli mi consumano, ma svicolo e mi si lascia svicolare. tu invece che mi racconti? o anche silenzio, se il magone non sta tutto sotto la maschera meglio restare da soli. io sto bene da sola. e ti aspetti che ci sia ancora qualcuno che creda a questa cazzata? per abitudine ripeto, per abitudine ci credo. e allora non rispondo al telefono, tanto meno chiamo, chiedo, pretendo ascolto, aiuto, distrazione. e perdo un sacco di cose. ho perso un sacco di cose in questo modo, e ora è tardi. perchè a nessuno importa di me, perchè a me non importa di me.

18 commenti:

emme ha detto...

già che ci siamo facciamo le cose per bene, ecco la poesia per intero:

VICOLO
Mi richiama talvolta la tua voce,
e non so che cieli ed acque
mi si svegliano dentro:
una rete di sole che si smaglia
sui tuoi muri ch’erano a sera
un dondolio di lampade
dalle botteghe tarde
piene di vento e di tristezza.

Altro tempo: un telaio batteva nel cortile
E s’udiva la notte un pianto
Di cuccioli e di bambini.

Vicolo: una croce di case
Che si chiamano piano,
e non sanno ch’ è paura
di restare sole nel buio.

Anonimo ha detto...

Periodaccio, eh?
E' vero, per le cose perse è tardi. Però non è mai tardi per cambiare... dico sul serio!!

Anonimo ha detto...

magari è la vita che non ha capito un cazzo di te. a volte succede.

è vero che nei momenti di difficoltà si cerca un appoggio, anche inconsciamente a volte.

quando ci capita di renderci conto di aver perso un sacco di cose, il magone aumenta. ma non è mai troppo tardi, e ci sarà sempre qualcuno a cui importa di te...

GNAMINA ha detto...

Emme: ragionissimo Net. Non è mai, mai, mai e dico mai troppo tardi e ci sarà sempre, sempre, sempre qualcuno a cui importerà di te. Non so se il tuo è orgoglio o timidezza ma chiedere una mano o accettare una mano è la cosa migliore che l'uomo possa fare. Una situazione di difficoltà, vale a dire una situazione in cui si sta male, spesso ti regala momenti di profonda conoscenza interiore e delle validissime amicizie.
L'importante è non assecondare sempre la tendenza a chiudersi perché si rischia veramente la solitudine nera.
Ma non mi sembra il tuo caso, Emmuccia.

Anonimo ha detto...

non è tardi emme.
scegli di prenderti cura di te e vedrai che non è tardi. almeno non per tutto ciò che ancora ti aspetta.

Anonimo ha detto...

solo della vita? che culo..

Anonimo ha detto...

Non è mai troppo tardi, questo è vero, e tu sei ancora giovanissima..non chiuderti subbina, è solo quello l'errore che non devi fare..se ci si apre le cose accadono eccome, e la vita ti cambia. Ricorda, quello che non si fa in un anno a volte si fa in un giorno, e questo giorno prima o poi ha da arrivà, ma dipende soprattutto da te.
un bacio grande.

LB ha detto...

Provaci. Prenditi a schiaffi da sola e costringiti a farlo, ma quando senti che ne hai bisogno, chiedi aiuto, che le persone lo sanno che nessuno è indistruttibile! fattelo dire da una che se si sfracigna sotto un camion si rialza e dice "tutto a posto gente, potete andare, non c'è
niente da vedere". Non c'è niente di male nel dire "Si, veramente mi sento un po' ammaccata"!

Anonimo ha detto...

.....................
...................................
.........................
.............
........................
..................

non tengo voce pe' cantarti, pardò... smack

Anonimo ha detto...

Emme c'ha ragione. e VOI non avete capito un cazzo, e sì, esatto, "non potete capire".

A., in fase d'intolleranza V.1.0

Anonimo ha detto...

Anonimo,

dovresti anche dire qualcosa come "pappappero" o "specchio riflesso" o "faccia di serpente".

Anonimo ha detto...

cielo!
ho un anonimo difensore! che emozione..

Anonimo ha detto...

E per giunta peggiorerà. Però sei libera di piangerti addosso...
Comunque stare da soli va benissimo ma è complicato riuscirci.

Libera ha detto...

Non è difficile stare da soli, non lo è affatto. Quel che è difficile e stare con la gente giacché chiunque ha insita e radicata la facoltà di ferirti o deluderti.
Come biasimarti?

Anonimo ha detto...

a.nonimo dovresti dire anche arimo

GNAMINA ha detto...

emme: ma ti difende da chi?
(scusa non s'è tanto capito, eh? scusa)

Anonimo ha detto...

no, le cose belle nollo sono mai abba. neanche nella stanza.
dippiù, cazzomannaggia e figamertello, dippiù!

Anonimo ha detto...

sì gnama, spiego meglio,
detto così può sembrare che invece VOI mi attacchiate.. non lo penso,anzi siete tutti molto cari. a volte vivo gli incoraggiamenti come rimproveri, ma è un problema solo mio. poi c'è anche il fatto che se uno sente una cosa in un certo modo non può sentirla in un altro, allora fa più piacere sentirsi dire "sì capisco" piuttosto che "no dài, non fare così", visto che tanto la sensazione resta. glielo dico anch'io a emme di non fare così, glielo dico di continuo di volersi bene e camminare a testa alta, ma le parole non bastano. e non bastano pochi minuti per sciogliere i nodi di una vita, non basta una vita probabilmente.
mi sto chiudendo? no, non direi. forse al contrario è un movimento di apertura che mi fa sbattere contro i miei limiti, che mi fa sentire più forte una barriera che c'è sempre stata, la vedo più chiara, più soffocante, e tento di abbatterla e mi ci faccio male.